Il difensore civico della Ue, Emily O’Reilly, ha chiesto al Presidente della BCE Mario Draghi, di dimettersi dal forum finanziario privato del G30, e che anche altri futuri presidenti non diventino membri del forum. Lo scopo di tale richiesta è quello di sottolineare l’esistenza di una netta linea di demarcazione tra la Banca centrale europea, intesa come autorita’ di vigilanza bancaria e l’industria finanziaria, al fine di evitare eventuali conflitti di interesse.
Il “G30”, è un’organizzazione internazionale di finanzieri banchieri e accademici che si propone di approfondire questioni economico-finanziarie esaminando le conseguenze delle decisioni prese nei settori pubblico e privato.
I principali temi di interesse e discussione del gruppo riguardano cambi e valute, mercati capitali internazionali, enti finanziari internazionali e, in generale, questioni macroeconomiche come i mercati dei prodotti e del lavoro.
Un portavoce della Bce da Francoforte fa sapere che la banca centrale ha preso nota delle raccomandazioni del mediatore, che non sono vincolanti, e che rispondera’ a tempo debito.
Ambienti finanziari dicono che Draghi abbia partecipato a una riunione del G30 nel 2015. Attualmente non e’ prevista alcuna partecipazione futura. Gia’ nel 2012 un difensore civico della Ue aveva criticato l’adesione di Draghi al G30 che comprende anche rappresentanti di banche sotto la supervisione della stessa Bce.
Prendono parte all’Assemblea, che si riunisce a porte chiuse e su invito personale, oltre a Draghi, il governatore di Banca d‘Inghilterra Mark Carney e quello della banca centrale cinese Xhou Xiaouchan, oltre che i predecessori di Draghi e Carney, due ex presidenti della Federal Reserve, due ex segretari del Tesoro Usa e un ex presidente di Banca del Giappone, ma anche esponenti di banche sotto la vigilanza Bce.
L’organizzazione non governativa Corporate Europe Observatory ha evidenziato alla Banca centrale di essere troppo vicina al settore bancario avvertendola sui rischi di potenziali conflitti di interesse con la sua funzione di supervisore bancario supremo nella zona euro. Attualmente la Bce controlla 119 istituti bancari e proprio recentemente la Corte dei conti europea ha criticato il processo di valutazione della vigilanza bancaria, che mancherebbe di criteri oggettivi.