UN CODICE ETICO NELL’ATTIVITÀ INTERNA DEI PARTITI

Mag 7, 2015 | News | 0 commenti

 

 

Riceviamo e pubblichiamo dal Sign. Sandro Belli:

Partiti che perdono il senso del loro esistere, Partiti che si disintegrano per eccesso di protagonismi e ambizioni personali, Partiti confusi nella loro missione e privi di un pensiero politico che fa da collante interno  e da criterio guida. È un panorama desolante,che coinvolge destra e sinistra e che riguarda sia l’assetto nazionale sia le realtà locali. Anche i Partiti più organizzati come PD e Forza Italia soffrono di questa crisi di identità e di questo processo di disintegrazione. Mi chiedo: che cosa manca ? Che serve ? Personalmente ritengo che in ogni umana organizzazione, quando non ci sono regole e punti di riferimento chiari e condivisi (espressamente condivisi) nascano incomprensioni e spaccature. Nel caso in esame,oltre a ragioni storiche e sociologiche che stanno determinando una continua perdita di identità del quadro politico,c’è anche un altro elemento  che pesa enormemente: i Partiti non hanno un definitivo inquadramento giuridico costituzionale e sopratutto non hanno seri e completi regolamenti interni che ne definiscano il funzionamento,i poteri e i limiti funzionali. Non bastano vecchi statuti formali.

Serve un Codice etico e una seria deontologia scritta e controfirmata che fissi alcuni comportamenti e alcuni vincoli,dove trovi spazio la lotta alla corruzione nell’attività interna del Partito; massima trasparenza nei conti economici e nelle fonti di finanziamento; la non  candidabilita’  di persone indegne; il divieto di trasmigrazione fra Partito e Partito nella stessa legislatura; il divieto di ricoprire troppi incarichi o troppo a lungo; regole precise nelle modalità di elezioni dei dirigenti; ampia libertà di scelta e di voto su questioni strettamente personali come su temi di fede,etici o spirituali,ma,viceversa,il dovere di condividere responsabilmente le scelte del Partito su fondamentali tematiche politiche e istituzionali; l’impegno di operare onestamente a favore del Partito e di non creare gruppi o alleanze apertamente antagoniste; ampia libertà e autonomia di giudizio nei dibattiti interni e gestione democratica della struttura,ma poi corretto sostegno della linea della maggioranza e della dirigenza,nel rispetto di un serio criterio di appartenenza e di correttezza.

  Oggigiorno si verificano varie anomalie e incapibili strappi, senza che si facciano i dovuti “passi indietro” e senza che ci si preoccupi adeguatamente del disorientamento dell’elettorato. Liti e insulti fra politici,dirigenti e parlamentari dello stesso Partito sono un coro raccapricciante. Ancora una volta viene alla luce il fatto che,quando la classe dirigente è troppo imbevuta di politica e non dialoga e ascolta i cittadini e sopratutto non si confronta con le realtà civiche del proprio territorio,perché troppo occupata in lotte interne di potere, il risultato finale diviene estremamente precario e confuso.

 

Sandro Belli

 

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