SVELATO IL SISTEMA BRUCELLOSI: la denuncia del Difensore Civico campano
La mozzarella di bufala è patrimonio nazionale del settore alimentare nostrano nonché il secondo prodotto più conosciuto del food Made In Italy e di conseguenza meriterebbe una particolare attenzione e incentivi negli investimenti da parte del quadro politico-istituzionale.
Da tempo invece il settore attraversa una forte crisi dovuta non solo ai casi ormai conclamati di TBC e brucellosi che hanno colpito gli allevamenti del Casertano, ma soprattutto alla loro gestione e delle soluzioni applicate da parte della Regione Campania.
La strada intrapresa dalla Regione Campania è stata quella dell’abbattimento dei capi di bestiame ritenuti infetti, strada più veloce dal punto di vista gestionale e sanitario, ma più dolorosa dal punto di vista dei lavoratori e degli imprenditori impiegati nel settore.
Una scelta che inevitabilmente ha scatenato la reazione degli allevatori che ha visto il susseguirsi di proteste e scioperi (in alcuni casi anche della fame).
Il Coordinamento Unitario di Difesa del Patrimonio Bufalino ha presentato una lettera ai Ministri della Salute e dell’Agricoltura e la gravità della situazione ha attirato l’attenzione dei media nazionali fin tanto da dedicare un’inchiesta da parte della trasmissione Report di Rai3.
Le motivazioni del movimento di protesta vertono soprattutto nella malagestione dell’emergenza che ha portato alla chiusura di centinaia di aziende del settore:
i risultati delle indagini di laboratorio su centinaia di migliaia di capi abbattuti, emerse previa indagine della Procura, che solo una percentuale minima, inferiore del 2%, è risultata veramente infetta.
Inoltre, secondo la ricostruzione del Difensore civico campano, parecchi sono i punti bui relativi alla gestione dei fondi.
Il sistema Brucellosi appare una grande speculazione economica, anche con ingente distrazione di denaro pubblico, basata su costruito massacro di bufale, uccise e trasportate illegalmente.
Il Difensore Civico Campano Giuseppe Fortunato, ha inoltre ufficialmente contestato la nomina del commissario straordinario alla brucellosi “non previsto da nessuna norma, con compensi da Direttore Generale pur in assenza dei requisiti, senza comparazione e naturalmente senza iscrizione all’elenco”.
Queste le dichiarazioni del Difensore Civico:
“non è concepibile, inoltre, nominare commissario un protagonista, quale ufficiale dei carabinieri addetto, dell’attuale sistema, dove oltre 100 mila bufale sono state ammazzate, poi risultate documentalmente non infette, e poi, con controlli sommari, spostate illegittimamente addirittura fuori provincia di Caserta, pur essendoci in tale provincia tre macelli”.
“Vi è stata una svendita degli animali ammazzati al Gruppo Cremonini” – ha sottolinea Giuseppe Fortunato – “senza che ciò dovesse accadere e senza che siano chiare le ragioni, le modalità, gli interessi pubblici. Vi sono stati, inoltre, un paradossale incremento della produzione di latte a fronte di tale strage, favorendo interventi della criminalità organizzata; uno sperpero di denaro pubblico, con contributi e con oscura destinazione dei fondi europei; un metodo inadeguato di indagine sugli animali e un favore per la loro morte, impedendo vaccinazioni e ogni contraddittorio”.
“Altro che commissario per razionalizzare l’attuale sistema: ho chiesto l’intervento urgente dell’OLAF, l’Ufficio antifrodi dell’Unione Europea, cui occorreva già rivolgersi”, ha concluso il Difensore Civico.
Dopo l’intervento del Difensore Civico che ha rivelato il Sistema Brucellosi, la Regione Campania ha convocato una riunione congiunta di Commissione Sanità e di Commissione Agricoltura, con possibile audizione pure degli allevatori, ma non è riuscita neppure a riunirle.