MERITOCRAZIA E SUSSIDIARIETÀ, IL MONITO DEL DIFENSORE CIVICO CAMPANO

Apr 1, 2019 | News | 0 commenti

Dal nostro punto di vista, sono due i passaggi più significativi contenuti nelle premesse alla recente Relazione del Difensore Civico della Regione Campania ai Presidenti di Camera e Senato. Il primo riguarda il metodo di selezione di coloro che ricoprono le funzioni pubbliche: «Il futuro del funzionamento dei pubblici servizi e di ogni istituto pubblico è molto correlato al fatto che le scelte dei nominati siano affidate ai più competenti e non ai più raccomandati». Il tema si potrebbe estendere anche alla classe politica, in ragione del sistema elettorale che nella sostanza affida ai soli partiti politici l’onere di selezionare gli eletti. L’inversione di rotta auspicata dal Difensore Civico campano è peraltro l’unico modo per vincere lo scetticismo delle giovani generazioni «sull’utilità di acquisizione di competenze ed esperienze nei vari campi per migliorare il futuro». Sembra una banale affermazione di buonsenso, ma ancora oggi sono in tanti a rinunciare perfino a candidarsi per ricoprire ruoli pubblici perché sfiduciati dalla disapplicazione pressoché totale del principio del merito.

L’altro passaggio nevralgico della Relazione sta nella “solitudine” del Difensore Civico regionale, sempre più solo per l’assenza, da una parte, del Difensore Civico nazionale – non previsto nel nostro ordinamento – e, dall’altra, dei Difensori Civici comunali soppressi dal legislatore. Le province si aggiungono decidendo in molti casi di non inserire la difesa civica nei loro statuti. Il tema della mancanza della funzione sul territorio è particolarmente sentito. Non c’è difesa civica se manca al cittadino la possibilità di arrivare subito e nel modo più immediato e diretto a rivendicare i suoi diritti. Questo è ancora più vero quando il Difensore Civico si trova ad agire da “terzo decidente”. In questo caso, è chiamato a far coincidere nell’azione amministrativa «il rispetto della dignità delle persone con l’uso corretto del pubblico potere, anche con un “soft power”di reindirizzamento e accompagnamento». Senza dubbio è questa la funzione più articolata e più preziosa del Difensore Civico, classica e moderna al tempo stesso. E con la crisi delle democrazie rappresentative e del loro consenso, è forse questa la funzione più “politica” e più strategica della difesa civica, sempre che venga presa sul serio e applicata secondo il principio della sussidiarietà verticale.

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