È notizia che, da ultimo, il Tribunale di Massa ha assolto Marco Cappato e Mina Welby, rispettivamente tesoriere e co-presidente dell’associazione Luca Coscioni, dall’accusa di istigazione e aiuto al suicidio per la morte di Davide Trentini. La sentenza introduce un aspetto di novità, perché Trentini non era collegato alle macchine che lo tenevano in vita, come invece lo era Dj Fabo. Tuttavia, il quadro fondamentale in cui si inseriscono le due citate sentenze è sempre il medesimo, in quanto il perno delle decisioni del Tribunali di merito è sempre rappresentato dall’accertamento della volontà dichiarata della persona che intende uccidersi, con tutto quello che ne consegue. In questa situazione si innesta anche il discorso, a dir vero separato, circa la necessità di garantire cure palliative, che in Italia non vengono praticate sufficientemente, né c’è competenza adeguata.
In verità, occorre una legge che, regolamentando la materia in maniera organica, salvaguardi le esigenze e i diritti di tutti.
Alla fine, in ogni caso, non può non venir fuori la considerazione per la quale è penoso e intollerabile che, in una democrazia parlamentare qual è la nostra, siano i Tribunali ad affermare quei diritti, collegati alla vita, sui quali il parlamento è perennemente in ritardo.