In queste settimane, in tempo di Covid-19, il Difensore Civico della Campania, Avv. Giuseppe Fortunato, si è anche occupato di disabilità e di scuola. Sollecitato, anche, dalle forti preoccupazioni delle famiglie campane dei ragazzi con disabilità. Il grido di allarme è giunto al Difensore Civico della Campania, tramite alcune Associazioni che si occupano di queste tematiche. L’Avv. Fortunato non ha perso certamente tempo, ha preso carta e penna scrivendo direttamente al Presidente del Consiglio dei ministri. Facendo presente che sussistono dei gravi disagi per la didattica a distanza per gli alunni con disabilità e le loro famiglie. Con determinazione, ha evidenziato che la maggior parte degli alunni non possiede le abilità strumentali necessarie per utilizzare gli strumenti tecnologici. Inoltre, i ragazzi, hanno la necessità di avere vicino una persona adulta.
La forza della vita
lunedì 1 Giugno 2020 06:26
NewsNon ha mancato di sottolineare anche i rischi che comporta l’uso della rete e la salute, per questi ragazzi, che hanno dentro la forza della vita. Leggendo la lettera dell’Avv. Fortunato, diretta al Presidente Conte, si ha l’impressione di avere tra le mani un progetto programmatico di come dovrebbe essere la scuola italiana.
Le minuziose e puntuali considerazioni contenute nella missiva, sarebbero di grande aiuto al plotone di esperti, che sono stati assunti per affrontare l’attuale momento storico. Si cresce e si diventa cittadini consapevoli e responsabili, passando attraverso i banchi di scuola e grazie al rapporto diretto dell’intera comunità scolastica. Non certamente seguendo lezioni online davanti all’anonimo schermo di un computer. E’ la scuola che ci rende cittadini e che ci dà pari opportunità, almeno come orizzonte. I messaggi che stanno emergendo a proposito di scuola, in questo esordio della fase 2, sono allarmanti. Sembra farsi strada una prospettiva che porterebbe alla liquidazione della scuola tradizionale per sostituirla con modalità telematiche, con la sudditanza di motori di ricerca. La scuola deve rimanere la palestra della socialità fra allievi e docenti. Con la sua irrinunciabile missione di formazione intellettuale, di crescita civile e politica.