LA SICILIA: “CHIEDIAMO DI AVERE CIO’ CHE CI SPETTA”
In Sicilia, si è stanchi. Si, perché ancora manca la figura del Difensore Civico regionale. E i cittadini siciliani non riescono a comprendere per quale motivo se in altre Regioni ciò è possibile e consente di tutelare gli interessi dei privati nell’ambito della pubblica amministrazione, nella loro Regione questo non accade.
LE MOTIVAZIONI
Le ragioni di tutto ciò potrebbero essere diverse. Certo è che in gioco ci sono molti interessi. E non è facile introdurre un’innovativa figura pubblica che possa contribuire a garantire l’efficienza della siciliana macchina amministrativa, se non tutti vogliono fare quadrare le cose. E pensano solo al proprio piccolo, o grande, orticello. Ma non è tutto.
LA NORMATIVA
La figura dell’Ombudsman locale in Sicilia è prevista dalla legge regionale n°48 art. 1 del 1991 che regolamenta l’istituto del Difensore civico comunale e provinciale. L’ordinanza del TAR, Sicilia-Catania, 6 luglio 2010, n. 864 aveva lasciato la porta aperta ai Difensori Civici comunali, nonostante la soppressione avvenuta con legge nazionale, stante l’autonomia speciale. Ma questa possibilità non risulta utilizzata.
Inoltre quel che c’è di più grave è che manca ancora la necessaria legge regionale per il Difensore Civico regionale.
L’INVITO AD AGIRE
Come risolvere la questione? Indubbiamente, è il caso di agire quanto prima. È necessario, dunque, che sia approvata la legge regionale istitutiva e si provveda celermente al fine di provvedere all’istituzione di una figura imprescindibile per il corretto funzionamento del sistema amministrativo. E in grado di sanare uno dei numerosi gap che fanno sì che la Regione Sicilia, luogo di intelligenze e creatività senza pari, appaia amministrativamente come uno dei Paesi del terzo mondo.
Valeria Garbin, giornalista