“Siamo debitori nei confronti dei giovani”.
Queste sono le pesanti parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. Le ha rivolte durante il brindisi in onore dei Capi di Stato e di Governo partecipanti al vertice G20. I giovani non sono solo il nostro futuro, ma sono il presente. Sono proprio le loro grida in difesa del pianeta che hanno costretto il mondo della politica a prendere coscienza del fatto che bisogna ridurre subito l’inquinamento. La terra è in affanno, respira con difficoltà. Se tutti dicono che il futuro è nelle mani dei giovani, è normale che siano proprio loro i primi a lanciare il grido di allarme.
Più volte è stato anche detto che l’economia deve ripartire dai giovani. Ma a questo punto la domanda nasce spontanea: l’economia che cosa ha fatto per i giovani?
Sono circa 300 mila i giovani che ogni anno lasciano il nostro Paese. Per la maggior parte, sono le migliori menti quelle che fuggono all’estero, l’Italia li ignora fino a quando non diventano famosi. Viviamo in un Paese per certi versi “medievale” dove la meritocrazia e l’etica della responsabilità vengono viste come dei pericoli, persone pericolose che vengono rinchiuse dentro il ghetto dell’indifferenza. L’emigrazione giovanile provoca conseguenze pesanti anche sul piano degli investimenti, della formazione e dell’economia.
Inoltre la pandemia ha contribuito a provocare un ulteriore impatto negativo sull’occupazione giovanile. Una situazione di non facile soluzione. Tanto che l’Unione Europea per cercare di arginare questa emergenza ha deliberato un piano di rilancio dell’economia. Mettendo proprio al centro del piano strategico i giovani.
Per raggiungere lo scopo del piano dell’Unione Europea però, la Pubblica Amministrazione ha la necessità di poter contare su dei giovani preparati, innovativi e creativi.
Una buona parte dei fondi del Recovery Fund sono proprio destinati alla digitalizzazione. Dovranno essere impegnati per progetti credibili. Il fine è quello di rendere il nostro Paese più moderno e al passo con i tempi. Soprattutto contrastare l’annoso problema della burocrazia. Non sarà un’impresa facile per i giovani confrontarsi con il muro di gomma di quest’ultima. Se i giovani non avranno la possibilità di avere un’occupazione, il piano di rilancio del Paese sarà destinato al fallimento. Oltre alla burocrazia i giovani devono oggi confrontarsi anche con lo strapotere di una mediocre classe politica, che sempre più si allontana dai cittadini e gestisce il potere in modo clientelare. Tanto che i Cittadini vivono un continuo disorientamento e disertano anche le urne.
Un esempio emblematico di pessima amministrazione è la singolare vicenda legata alla nomina del Difensore Civico della Regione Lombardia. Una vicenda che offende tutti i Cittadini, per aver calpestato ogni esigenza di motivazione della scelta, per mancanza dei requisiti di legge, per occultamento di incarichi e per titoli vantati e non posseduti dal nominato.
I giovani che combattono per cercarsi un futuro lo vedono così sempre più lontano.
Se per nominare il Difensore dei Cittadini ossia il Garante della legalità e del buon andamento della pubblica amministrazione (principi dell’art. 97 Cost.) si è fatto così, a che cosa sono ridotti oggi tali principi costituzionali?