Ciro Tufano è il Presidente del Comitato Cittadini che lotta, da circa 30 anni, per porre fine alla drammatica vicenda del sito ex Agrimonda, e non si è mai arreso. Egli abita a circa 2 metri dal sito ex Agrimonda e combatte una battaglia giusta, dolorosa, faticosa, nonostante le innumerevoli delusioni a cui è andato incontro.
Agrimonda era una azienda addetta alla commercializzazione di prodotti per l’agricoltura (fitofarmaci, pesticidi, concimi fertilizzanti, etc.) che, il 18 luglio 1995, fu devastata da un incendio.
Ancora oggi, il sito ex Agrimonda, sul quale è stato steso “un velo pietoso” (un telone di HDPE) è una bomba ecologica, che solo una profonda ed accurata bonifica potrà finalmente disinnescare.
Il Difensore Civico campano Giuseppe Fortunato ha anche commissariato i Comuni di Mariglianella e Marigliano, imponendo decise prescrizioni, ma, appena passati i 60 giorni (che può durare al massimo il commissariamento), i Comuni stanno nuovamente indugiando, tant’è che il Difensore Civico ha avviato un nuovo procedimento.
D)Signor Tufano, a distanza di tanti anni di durissima battaglia lei cosa prova?
- R) Provo delusione e amarezza. E’ ingiusto e disumano che un cittadino debba condurre una battaglia senza l’aiuto delle istituzioni, per garantire un futuro sereno alla propria famiglia e a tutti i cittadini. Sono deluso per la mancata attenzione delle istituzioni. La qualità dell’ambiente non è un problema che riguarda un singolo cittadino, ma un’intera comunità.
D)Qual è la sua opinione sulle istituzioni interpellate in questi lunghi anni e sui politici ai quali, lei e i membri del Comitato, avete rappresentato la gravità della situazione?
R)La mia opinione è che i politici e le istituzioni non si sono davvero impegnati a risolvere la questione. Tenere una bomba innescata per tanti anni significa non capire l’entità dei danni che questa situazione sta provocando su tutti noi. Le istituzioni non possono continuare a voltarsi dall’altra parte, senza davvero affrontare responsabilmente la questione. Ho visto scene davvero ridicole. Molti rappresentanti delle istituzioni hanno solo finto di interessarsi alla vicenda, facendo un atto di presenza sul posto e spendendo due parole di circostanza. Oltre questo nulla più.
D)Qual è la cosa che le ha fatto più male in tutta questa battaglia?
- R) L’indifferenza delle istituzioni e dei politici.
D)Ha mai avuto momenti in cui avrebbe voluto gettare la spugna e abbandonare la sua battaglia?
- R) No. Mai. Mi sono prefisso di non arrendermi finché ho la forza. Per me stesso, per la mia famiglia, per i cittadini che rappresento e per tutta la comunità. Non dovrebbe accadere in nessuna parte del mondo una tragedia del genere.
D)Se lei avesse potere decisionale, qual è la prima cosa, dal punto di vista pratico, che farebbe per risolvere questa drammatica vicenda?
- R) Investirei chiedendo l’intervento di un Ente di fama internazionale o nazionale (per esempio ISPRA), e mi affiderei ai loro esperti. In questo sito sono andate in fumo un mix di sostanze tossiche, non solo una, quindi è necessario l’intervento di esperti di alto livello. Servono pareri altamente scientifici per capire quale debba essere l’intervento più adeguato per bonificare tutta l’area.
D)Perché i Sindaci coinvolti, la Regione Campania, il Ministero per l’Ambiente, secondo lei non riescono ad agire in questo modo?
- R) Per un mero aspetto economico. Non vogliono spendere soldi e non vedono un tornaconto dal punto di vista elettorale, perché il sito in questione è una zona di confine, lontana dal centro abitativo e dunque non coinvolge un numero diretto di abitanti cospicuo. Ma l’inquinamento non ha confini. Si illudono se credono che la questione Agrimonda riguardi solo gli abitanti delle vicinanze.
D)Lei crede ancora in questa battaglia?
- R) Si. Ci credo e ci crediamo in tanti perché credo di essere nel giusto, perché reclamo il diritto alla salute dei cittadini. Ci credo perché è possibile con la volontà mettere fine a questa tragedia.
D)Faccia un appello alle Istituzioni e ai Cittadini che leggeranno questa intervista.
- R) Dobbiamo essere umani, capire che qui abitano cittadini che hanno diritto alla salute e al benessere, tanto quanto i cittadini che abitano in centro paese.
Credo che chiunque al posto mio lotterebbe per una qualità della vita migliore di quella attuale e di quella che abbiamo vissuto in tutti questi anni.
D)Pensa che la pandemia in corso possa essere un ostacolo per un intervento risolutivo?
- R) No. Perché i miasmi risalgono a prima della pandemia, e continueranno ancora. La pandemia può solo diventare, nelle mani dei politici, una buona scusa per rimandare ancora una volta gli interventi necessari.
D)Qual è l’augurio che si fa per questo 2021?
- R) Di sistemare l’area in modo da renderla vivibile. La cosa da fare subito è la messa in sicurezza a “regola d’arte”. Come prima misura di intervento serve togliere l’acqua melmosa che si è depositata sul telone.
E poi monitoraggi continui, con strumenti scientificamente e tecnologicamente avanzati. Mi auguro insomma di cominciare a vedere i frutti di una durissima e lunghissima battaglia che i miei concittadini ed io stiamo portando avanti da quasi 30 anni.
Giovanna Galasso