La Legge Finanziaria del 2010 (Legge 191/2009) ha soppresso la figura del Difensore Civico comunale, una mossa apparentemente volta alla riduzione della spesa pubblica che ha avuto un impatto significativo sulla tutela dei diritti dei cittadini.
Anche dal punto di vista meramente economico ha comportato un maggiore costo per contenziosi e soccombenze dei comuni che potevano essere evitati. Questo provvedimento ha contribuito a creare un sistema frammentato, in cui la qualità della difesa civica dipende in gran parte dalla regione di appartenenza, lasciando talvolta i cittadini privi di un punto di riferimento. L’Associazione Nazionale Difensori Civici Italiani (ANDCI) si impegna attivamente per colmare questi vuoti, offrendo supporto a chi si trova senza un Difensore Civico e promuovendo l’istituzione di una figura nazionale per garantire una tutela uniforme su tutto il territorio.
IL DIFENSORE CIVICO: UN PRESIDIO INCOMPLETO IN ATTESA DI RICONOSCIMENTO NAZIONALE
L’Italia presenta un paradosso istituzionale: possiede una rete di Difensori Civici territoriali spesso non ancora istituiti, ma manca di un Difensore Civico nazionale. Questa lacuna non è un dettaglio burocratico, ma una questione di fondamentale importanza per garantire un’azione uniforme nella tutela dei diritti dei cittadini, soprattutto in un contesto di crescente complessità amministrativa.
Risulta una mancata tutela nei confronti delle amministrazioni statali.
LA FRAMMENTAZIONE: UN VUOTO NORMATIVO DOPO LA FINANZIARIA 2010
La Legge 191/2009 (Legge Finanziaria 2010) ha soppresso la figura del Difensore Civico comunale, precedentemente prevista dal Testo Unico degli Enti Locali e ha di fatto indebolito la difesa di prossimità per il cittadino, costretto a rivolgersi a un livello territoriale superiore. Il risultato è una disomogeneità strutturale e funzionale: ogni Regione ha le sue norme, risorse e prassi.
In alcune regioni la tutela è più presente, in altre meno, creando una disparità tra i cittadini. Una “riforma” dettata da esigenze di risparmio ha lasciato un vuoto di tutela che continua a manifestarsi.
UN VUOTO DI COMPETENZA DELLE AMMINISTRAZIONI CENTRALI
I limiti di un sistema puramente territoriale diventano evidenti quando il problema del cittadino riguarda un’amministrazione centrale o un ente sovraregionale. Come può un Difensore Civico locale intervenire con la necessaria autorevolezza di fronte a un Ministero, a un’agenzia nazionale o a un’azienda che opera su più Regioni? Queste entità sfuggono alla competenza dei Difensori Civici territoriali, lasciando il cittadino privo di un punto di riferimento e costretto a percorsi tortuosi. Il Difensore Civico nazionale colmerebbe questo vuoto, agendo come una figura di garanzia per tutti i cittadini.
L’IMPEGNO DI ANDCI: DALLA DIFESA DEI CITTADINI ALLA PROPOSTA DI RIFORMA
L’Associazione Nazionale Difensori Civici Italiani (ANDCI) si fa da tempo portavoce di questa istanza. Non si limita a un ruolo di advocacy, ma agisce concretamente per supplire alle lacune del sistema. L’ANDCI, infatti, offre supporto ai cittadini che si trovano in territori sprovvisti di un Difensore Civico, fornendo un punto di ascolto e di assistenza. Questo impegno sul campo, reso possibile anche tramite lo Sportello telematico di Civicrazia, sottolinea con forza l’urgenza di una riforma.
L’istituzione di un Ombudsman nazionale non è un lusso, ma una necessità per modernizzare il rapporto tra Stato e cittadino. Un Difensore Civico nazionale avrebbe il potere di:
Garantire l’uniformità di tutela su tutto il territorio.
Coordinare le azioni dei presidi locali per ottimizzare le risorse.
Individuare e segnalare le criticità sistemiche dell’amministrazione pubblica.
Fornire un’unica voce autorevole a livello internazionale.
La difesa dei diritti non può e non deve essere un privilegio geografico. È giunto il momento di trasformare un dibattito decennale in un’azione concreta, istituendo il Difensore Civico nazionale in Italia. Soltanto così l’Italia potrà vantare un sistema di tutela completo, equo e coerente con i principi di una democrazia matura e pienamente rispettosa dei diritti di ogni suo cittadino.
Ernesto Marino











