Il Mediatore europeo ha chiuso un’indagine sul modo in cui la Commissione europea decide in merito alle domande di autorizzazione di sostanze chimiche particolarmente pericolose presentate dalle imprese e ha concluso che la Commissione Europea non ha affrontato la questione dei lunghi ritardi nel processo.
La Commissione impiega in media 14,5 mesi per preparare i progetti di decisione, anche se il termine per farlo è di tre mesi. L’anno scorso il Mediatore europeo ha riscontrato casi di cattiva amministrazione e ha chiesto alla Commissione di adottare alcune misure per migliorare la situazione.
Tuttavia, nella sua risposta, la Commissione non ha dato seguito alla raccomandazione del Mediatore di rivedere le sue lunghe procedure interne, né ha accettato la raccomandazione del Mediatore di respingere tempestivamente le domande contenenti informazioni insufficienti in modo che tali società non possano più utilizzare le sostanze pericolose nell’UE.
Nel complesso, la Commissione non ha presentato un piano globale per far fronte ai ritardi.
La Mediatrice ribadisce che la Commissione deve adottare ulteriori misure per attuare pienamente gli obiettivi del regolamento REACH al fine di evitare i lunghi ritardi nella gestione dei rischi delle sostanze chimiche.
ATTUARE IL REGOLAMENTO REACH
Ai sensi del regolamento dell’Unione Europea sulla registrazione, la valutazione, l’autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), le imprese che intendono utilizzare sostanze chimiche considerate “molto preoccupanti” e incluse nell’elenco delle sostanze soggette ad autorizzazione preventiva devono presentare domanda di autorizzazione alla Commissione.
La Commissione presenta quindi un progetto di decisione al comitato REACH, composto da rappresentanti degli Stati membri, che votano sull’autorizzazione.
Mentre il processo di autorizzazione è in corso, le aziende interessate possono continuare a utilizzare le sostanze nell’UE, sostanze che possono essere cancerogene, mutagene, tossiche per la riproduzione o avere proprietà di interferente endocrino.
La Mediatrice Europea ha ribadito che la Commissione non ha adottato e deve adottare adeguate misure per attuare pienamente gli obiettivi del regolamento REACH al fine di evitare i lunghi ritardi nella gestione dei rischi delle sostanze chimiche.
Fabio Riccio